MIKELE SPANO‘
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UNA FESTA NELLA FESTA NEL CUORE DI ROMA PIAZZA DI SPAGNA













Il Padel è uno sport giovane, dinamico, sempre più in voga in Italia. Nasce a Crotone grazie ad un’idea di Massimo Drago di creare un campo presso il Centro Sportivo Academy. La sua espansione sembra non avere limiti, viene definito lo sport più contagioso che possa esistere poiché chiunque può approcciarsi a questa disciplina sportiva, dai giovani ai meno giovani, uomini e donne.
Il padel è uno sport “di palla”, si avvicina molto al tennis ma il campo da gioco è decisamente più piccolo e composto da pareti laterali in vetro..sembra di essere chiusi in una vera e propria gabbia dove i giocatori sono dei veri leoni agguerriti. Nel Padel non esiste un vero colpo vincente, piuttosto conta una buona tecnica una sintonia con il proprio compagno di squadra e soprattutto un gioco tattico.
Si è concluso il 18 Luglio a Crotone il “Torneo Padel sotto le stelle” organizzato dal Centro Sportivo Academy che ha visto in gioco 9 coppie femminili e ben 36 maschili. Due giorni all’insegna del divertimento che hanno dato valore a questa disciplina.
Mi trovo in compagnia di Massimo Drago presso il Centro Sportivo Academy e, nonostante il caldo afoso di Luglio, i campi da Padel sono entrambi occupati da giovani atleti. Con il rumore dei colpi che faceva da sottofondo, seduti nell’area Lounge da poco inaugurata cominciammo questa breve chiacchierata.
Ciao Massimo, scusa se ogni tanto mi distraggo, ma come tu ben sai, sono molto attratta da questo sport e avere davanti gli occhi una partita di Padel mi distoglie l’attenzione. Cominciamo col spiegare che cosa è il Padel.
Il Padel è un gioco nato fra la Spagna e l’Argentina. Anche se in Spagna sono, soprattutto a livello tecnico, molto più avanti di noi, quest’anno siamo stati Campioni d’Europa. È un gioco molto divertente, arrivato in Italia da poco ma che sta avendo un grosso successo, anche perché possono giocare tutti, dai bambini a persone di età avanzata, quindi, è un vero divertimento e sono orgoglioso e felice, insieme al mio staff, di averlo portato per la prima volta a Crotone. Sta riscuotendo un grosso successo anche perché è un motivo di aggregazione per tutti, ed è questo l’aspetto sociale più importante.
Alcuni, erroneamente, lo definiscono “mini tennis”. Come si svolge una partita di Padel?
Il padel è uno sport diverso dal tennis, a parte la rete e la racchetta che però non è delle stesse dimensioni. Si gioca in coppia e il campo è una sorta di gabbia dove si ha il conforto del vetro alle spalle che viene definito il “terzo giocatore”. La cosa più importante per chi comincia questo sport è proprio imparare a giocare col vetro che si ha alle spalle. È un gioco divertente e dinamico e mentre nel tennis c’è più tecnica nel Padel si racchiude molta più attenzione e tattica.
Come ti è venuta in mente l’idea di creare un campo da Padel nella tua struttura?
Era da un po’ di tempo che ne parlavo con i miei soci e se il gioco ti piace te ne appassioni, te ne fai capo e diventi “proprietario” del gioco stesso. Ci credevo e sono orgoglioso perché sta riscuotendo grande successo.
Si possono prendere lezioni presso la vostra struttura?
Noi abbiamo un istruttore spagnolo di nome Jose’ che, essendo un ex giocatore professionista, è stato illuminante per me facendomi capire come organizzare le lezioni che, al momento, continueranno fino al 5 di Agosto per poi ricominciare la prima settimana di Settembre. Verranno organizzate anche le lezioni con i bambini anche perché il Padel è uno sport che a livello coordinativo migliora molto.
Come si è concluso il torneo sotto le stelle?
Il torneo ha riscosso grande successo. È stato il nostro primo torneo organizzato in una sola giornata. Le donne sono state tutte bravissime e si sono confrontate in una maniera spettacolare. Conosco molto bene le ragazze che frequentano il centro pertanto non è stato difficile creare le coppie partecipanti.
Per quanto riguarda il torneo maschile invece in una sola giornata sono scese in campo ben 36 coppie dalle 18.00 fino a tarda notte. È stato faticoso ma alla fine vedere praticare questo sport è stata una grande soddisfazione.
Organizzerete un torneo formato da coppie miste?
Tante volte, senza pubblicizzarlo, siamo soliti organizzare fra amici questo tipo di competizioni che sono veramente molto divertenti anche perché le coppie vengono create attraverso un sorteggio.
Pensi di poter formare una squadra che possa rappresentare la nostra città a livello nazionale?
Siamo nati da poco e, per il momento, abbiamo la pecca che non siamo legati al tennis, essendo solo Padel non possiamo accedere alla FIT (Federazione Italiana Tennis), ma, penseremo al più presto di formare una squadra che possa giocare anche a livello nazionale.
Se volete avvicinarvi a questo sport potete contattare il Centro Sportivo Academy di Crotone. Grazie Mister Drago!
Decarbonizzazione, produzione di idrogeno verde e decollo dei distretti agroalimentari lungo la baia jonica.
La green energy e la filiera agricola di qualità alla base di un rilancio sistemico dell’Arco Jonico.
I recenti accadimenti europei, sfociati nel conflitto tra Russia ed Ucraina, con conseguente rallentamento dei processi di globalizzazione, sono destinati a cambiare il paradigma delle abitudini, fin qui acquisite, dalle popolazioni degli Stati membri.
Quanto asserito impone una riflessione su ciò che, ormai, è diventato un chiodo fisso: l’approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili ed un sostanziale ritorno alla cura della terra per quanto concerne la coltura dei suoi prodotti.
La questione riguarda, anche e soprattutto, noi che ci ritroviamo a vivere in uno spicchio di terra, fortunato per certi versi, desolato per altri, affacciato a raggiera sul Mediterraneo: la baia dell’Arco Jonico.
Di queste ultime ore le dichiarazioni apparse sulla stampa nazionale del presidente della regione Puglia, Michele Emiliano. Questi ha annunciato la nascita di un Osservatorio regionale sull’idrogeno al fine di dare vita al PRI (Piano Regionale dell’Idrogeno) e contemporaneamente all’aggiornamento del PEAR (Piano Energetico Ambientale Regionale).
Lo scopo dichiarato dal Presidente è quello di “accellerare il passaggio alla clean economy, che usa l’idrogeno come combustibile alternativo alle fonti fossili, attraverso la sua produzione con energia elettrica ottenuta da fonti rinnovabili” e di “utilizzare il surplus dell’energia fotovoltaica ed eolica per alimentare il Polo nazionale dell’idrogeno”.
Polo da localizzare nella città di Taranto, naturale candidata a questo ruolo, per ovvi motivi strategici.
Dopo questa notizia, senza entrare nel merito delle questioni e delle scelte, crediamo che i Presidenti delle regioni Calabria e Lucania dovrebbero redigere i rispettivi PRI, aggiornando i PEAR delle due Regioni.
E dovrebbero farlo in stretto partenariato con la regione Puglia, mettendo sul piatto, intanto il territorio che, senza soluzione di continuità, unisce le tre Regioni, ed in più, sfruttando tutte le potenzialità della fascia jonica da Capo Rizzuto a Leuca.
Territorio, questo, afferente tutto al contesto allargato del Golfo di Taranto.
E sarebbe necessario partire con la proposta di un Hub produttivo delle Energie Rinnovabili e dell’Efficienza Energetica incentrato sull’idrogeno verde, utilizzando tutto ciò che è presente lungo la baia jonica per quanto attiene le energie rinnovabili.
Dal riutilizzo delle aree industriali dismesse di Crotone, in cui insistevano gli impianti Montedison e Pertusola, e dell’area industriale dismessa di Corigliano-Rossano sulla quale ancora giace la ex centrale termoelettrica Enel. Oltre, come già puntualizzato, ad utilizzare il surplus di energia derivante da fonti rinnovabili di cui il lembo jonico di Calabria e Lucania è particolarmente ricco.
Tale visione sinergica andrebbe attuata seguendo regole e schemi predisposti, e con il concorso coordinato di tutte le energie e le risorse disponibili, per la riorganizzazione dei distretti agroalimentari di qualità. Gli stessi che restano posizionati, rispettivamente, nel Salento jonico, nel Metapontino e nella Sibaritide.
Chiaramente una impostazione del genere dovrà prevedere una messa a sistema di tutte le infrastrutture presenti nell’area che, a questo punto, dovrebbero lavorare in stretta sinergia ed a supporto delle menzionate attività produttive.
L’allusione va ai principali porti di riferimento e relative aree Zes collegate.
Su quest’ultime, fra l’altro, sono previste importanti novità contenute nel decreto PNRR 2. D’ora in poi, a fianco l’estensione dell’incentivo che concede un credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali, rientreranno nei vantaggi fiscali, l’ampliamento dei beni immobili e l’acquisto di terreni circoscritti nelle perimetrazioni delle zone economiche speciali.
D’altronde l’obiettivo della decarbonizzazione ed il rilancio di una produzione energetica green, a fianco l’agognato decollo produttivo delle aree a forte vocazione agroalimentare, è alla base dei presupposti dell’autosufficienza energetica ed alimentare a cui i Paesi europei dovranno tendere nei prossimi anni.
Riteniamo, senza paura di smentita alcuna, che il territorio dell’Arco Jonico calabro-appulo-lucano abbia, già oggi, tutte le carte in regola per soddisfare i dettami europei in materia d’approvvigionamento energetico e filiera agroalimentare di qualità.
Sarà necessario, però, lavorare all’unisono creando ecosistemi innovativi tra territori contermini e votati alla condivisione delle economie e delle potenzialità.
Tale strategia di coesione da condividere con le aree joniche di interesse comune delle regioni Puglia e Basilicata, con le quali, da sempre, ci unisce lo stesso destino e ci accomuna la possibilità di condividere lo stesso futuro, sarà alla base di un rilancio sistemico e strutturato di tutto l’Arco Jonico.
Domenico Mazza
Giovanni Lentini
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