“Le mie sculture per ora sono qui, nei luoghi in cui le ho piantate perché mettessero radici e tornassero a vivere. Un giorno che non conosco, spero tornino all’Universo che le ha generate”. PINUCCIO SCIOLA
Pinuccio Sciola ha dato vita, a partire dalla fine degli anni ‘60, al suo museo a cielo aperto, il Giardino Sonoro, nel quale sono custodite, immerse tra aranci e piante aromatiche mediterranee, più di 700 opere scultoree, di cui alcune monumentali.
Un angolo senza tempo e carico di energie; un spazio che può essere attraversato senza dover seguire un percorso obbligato, vagando liberamente tra i megaliti capaci di amplificare magicamente il senso di smarrimento.
Un luogo d’arte, dove basalto e calcare producono suggestivi suoni arcaici, ancestrali e mistici ; dove i “semi” di pietra sono seminati affinché la cultura fecondi la natura; dove i graniti, nel buio della notte, svelano attraverso la luce radente nuove superfici tridimensionali. Un luogo magico ed inaspettato, che coinvolge tutti i sensi, dando la possibilità ai visitatori di poter godere, in una dimensione inedita, di Arte e Natura. Una natura viva, fino al suo più immobile e silenzioso elemento: la pietra.
Giuseppe Sciola, noto Pinuccio, nasce a San Sperate (SU) in Sardegna nel 1942. Frequenta “l’Università della Natura”, come lui stesso sosteneva con orgoglio, dalla quale riceve la più completa e approfondita delle formazioni.
Inizia a scolpire fin dalla più tenera età e nel 1959 partecipa, come autodidatta, alla Mostra d’arti figurative per gli studenti di ogni ordine e grado nel circolo de La Rinascente a Cagliari, aggiudicandosi una borsa di studio che gli permette di frequentare il Liceo Artistico di Cagliari, grazie all’Opera Prima, denominata successivamente Pietrino. Partecipa a numerose mostre collettive e non, frequenta il Magistero d’Arte di Porta Romana di Firenze e l’Accademia Internazionale di Salisburgo dove ha l’opportunità di seguire i corsi di Minguzzi, Kokoschka, Wotruba, Vedova e Marcuse. Assiste ai movimenti di protesta giovanile del ’68, tanto da assorbire quella carica vincente da utilizzare nella sua terra natia. Trasforma San Sperate, un paese di forte tradizione agricola, in un autentico Paese Museo, durante i cosiddetti anni della calce, grazie all’esperienza artistica e sociale del muralismo e all’entusiasmo della popolazione, che si è trovata coinvolta in una delle prime forme di Arte Ambientale e Pubblica in Italia. Dalla metà degli anni ’80 le opere di Pinuccio Sciola sono esposte in spazi di ampie dimensioni e facilmente fruibili da un vasto pubblico, è il caso del murale Tre Pietre in piazza Repubblica a Cagliari e il presepe di pietra esposto in Piazza degli Affari a Milano.
©Attila Kleb – www.klebattila.com ©Attila Kleb – www.klebattila.com ©Attila Kleb – www.klebattila.com
Un uomo che ci ha connesso con nuove dimensioni e nuove sonorità, un artista che attraverso le sue opere ci ha arricchito lo spirito, stimolando una nuova comprensione della realtà. Si sottolinea intrinsecamente l’importanza della connessione del tutto con il tutto…del tempo e dello spazio…di forme di vita diverse tra loro… dell’uomo con la Natura..
Ricercare un’anima in ogni cosa, oltre le apparenze…osservare e comprendere la vibrazione in ogni dove…per raggiungere e poter sentire quell’armonica sinfonia quale è la vita…
Un dono che non tutti abbiamo…Chissà se un giorno queste opere saranno oggetto di studi scientifici, i quali decideranno di esaminare le informazioni sonore piuttosto che quelle strutturali… Chissà se un giorno prenderanno la forma di veri e propri strumenti musicali che permetteranno di suonare insieme ed accordati con la Natura…
Per il momento possiamo ammirare queste splendide opere e trarne una immensa illuminazione introspettiva…un’esperienza unica e mistica che si fa carico anche di un grande insegnamento, che questo grande artista ha voluto trasmetterci.
Una nuova forma d’arte che il Sig. Pinuccio ci ha lasciato in eredità e di cui dovremmo fare tesoro. Il nostro mondo non è abituato a constatare l’anima di ogni cosa; incastonato nella sua superficialità , è condizionato ad usufruire della realtà in modo leggero, sfuggendo all’essenza della vita.
Ma questo grande artista è riuscito a preservare la connessione profonda con tutto ciò che ci circonda : ascolto, comprensione e comunicazione, con e attraverso cose che per la maggior parte di noi non hanno alcun significato.
E’ un’emozione ascoltare le rocce suonare, è come ascoltare una lunghissima fascia temporale racchiusa e riassunta in una perfetta melodia…è come sentire la terra parlare e raccontarsi dei giorni trascorsi, lontani…di cui non abbiamo mai sentito…è un’esperienza oserei dire quantica, che ci trasporta in un mondo senza tempo, dove il tutto è adesso, nell’attimo esatto in cui si realizza.
Dobbiamo rendere grazie a questo grande artista per questa profonda esperienza, che apre lo sguardo a nuovi orizzonti ,o per meglio dire riscopre orizzonti trascurati e incompresi…
©Attila Kleb – www.klebattila.com ©Attila Kleb – www.klebattila.com
“Quando non ero e non era il tempo.
Quando il caos dominava l’universo.
Quando il magma incandescente celava il mistero della mia formazione.
Da allora il mio tempo è rinchiuso in una crosta durissima.
Ho vissuto ere geologiche interminabili.
Immani cataclismi hanno scosso la mia memoria litica.
Porto con emozione i primi segni della civiltà dell’uomo.
Il mio tempo non ha tempo.”
P. Sciola
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