Berlino approva in data 04.06.2020 la prima legge anti-discriminazione dello stato tedesco, muovendo i primi passi verso un futuro più solidale.
La nuova legge della città-stato proibisce esplicitamente alle autorità pubbliche, comprese polizia e scuole pubbliche, di discriminare in base a background, colore della pelle, genere, religione, disabilità fisica o mentale, visione del mondo, età e identità sessuale.
Inoltre, le persone non possono essere discriminate in base alla mancanza di competenze linguistiche tedesche, a una malattia cronica o al loro reddito, istruzione o occupazione.
Secondo la legge, le vittime hanno diritto a danni e risarcimento.
Sebbene la legge sia stata in vigore per settimane, ha assunto una nuova dimensione alla luce della brutalità anti-polizia e delle proteste anti-razzismo che sono scoppiate negli Stati Uniti e si sono diffuse in tutto il mondo, tra cui Berlino.
La nuova legge di Berlino va oltre l’attuale legge federale sulla parità di trattamento (AGG), approvata nel 2006, la quale copre esplicitamente la discriminazione in materia di lavoro e tra cittadini privati, ma “non si applica alle aree di diritto pubblico.
I piani hanno affrontato il respingimento nazionale nei giorni scorsi, in particolare dal ministro degli Interni Horst Seehofer e dai sindacati di polizia tedeschi che sostengono che la nuova legge esercita un’indebita pressione sulle autorità.
Il ministro della giustizia dello stato di Berlino e il politico dei Verdi, Dirk Behrendt, hanno difeso la legge anti-discriminazione, dicendo che non ostacolerà il normale lavoro di polizia, ma piuttosto aiuterà a combattere il razzismo sistemico.
A marzo, il Consiglio d’Europa ha esortato la Germania a intensificare i suoi sforzi contro la discriminazione, incluso il fatto di chiedere alla polizia tedesca di partecipare a uno studio sulla profilazione razziale.
Per chi non si è mai trovato dall’altra parte, qualunque essa sia, sentirsi ed essere visti come impropri, indegni e riluttanti senza alcun valido motivo, solo perché usciti dai canoni comuni, dagli “standard” della maggioranza, è un peso immeritato, che di certo non ci è stato donato da Dio. Culture diverse e origini lontane avrebbero dovuto accompagnare l’umanità all’unisono verso la conoscenza , trovando gli uni negli altri, quel tassello mancante necessario all’evoluzione.
E invece siamo qui, impantanati nella nostra superba mediocrità, a gioire di una perdita, di un maltrattamento, a sentirsi completi lontani dalla luce.
Il miracolo della vita è in ogni uomo, come in ogni cosa, e finché l’umanità non aprirà la sua visione egocentrica e opportunista ad un ideale di fratellanza e solidarietà, non c’è modo per noi di raggiungere la conoscenza.