Decrescita : cosa significa questa parola? E’ davvero così pessima?
La definizione esatta di decrescere è “Diminuire, scemare di volume, di numero, d’intensità”.
Ed è proprio quello che stiamo vivendo. Una manovra dovuta e non voluta , improvvisa.
Ma dietro a questa indomabilità , cresce sempre più l’idea di ritrovare la felicità nella decrescita, nel fermarsi un attimo a respirare e a godersi tutto ciò che la vita frenetica e straziante ci fa dimenticare essere importante.
Dalla crescita esponenziale degli anni 60′ non ci siamo mai presi un attimo di pace, non abbiamo dato tregua agli ecosistemi, portandoli fino all’odierno collasso .
Innumerevoli sono i movimenti nati a difesa della Natura stremata, che sognano un mondo più etico e più armonioso. Un mondo nel quale l’uomo prende e dà in egual misura. In particolare in Italia , ormai da anni , è nato un movimento che scopre proprio nella decrescita una rinascita felice e democratica: la Decrescita Felice.
Rinunciare al superfluo e pensare in mondo sostenibile: questo movimento mette l’ambiente e la qualità di vita davanti all’idea di crescita economica.
La decrescita felice nasce come corrente di pensiero politico, economico e sociale alquanto rivoluzionaria, sviluppatasi in oltre 40 anni.
Il concetto alla base è una riduzione controllata, selettiva e volontaria della produzione economica e dei consumi in modo da ricreare quell’equilibrio ormai perso tra uomo e natura; un equilibrio raggiungibile solo attraverso uno sviluppo sostenibile, rivalutando gli indici di sviluppo tradizionali.
Ideata da Serge Latoche e Maurizio Pallante, questa corrente riconosce i suoi albori già nel 1979, quando si contrappone al modello di crescita dell’economia, che si basa prevalentemente sul PIL ( Prodotto, Interno Lordo). Secondo questa corrente infatti questo indice non è veritiero, in quanto non prende in considerazione altri fattori importanti come il benessere delle persone e dell’ambiente, ma riassume un valore del tutto economico e materiale.
E come dargli torto!! Vedendo cosa sono diventate le città di oggi: un agglomerato squallore di traffico , inquinamento, disorganizzazione, una corsa continua all’ingrandimento urbano che dimentica l’estetica, l’etica e l’armonia, ma che punta solo ed esclusivamente a questa formula: – spese + guadagni.
Un giorno ci accorgeremo uscendo di casa, che sarà tutto grigio intorno a noi, e rimarremo per sempre intrappolati in questa triste, dissonante artificiale realtà.
Oppure possiamo fermarci un attimo e non per questo sentirci improduttivi, ma anzi rigenerativi. Fermiamoci ad osservare , respirando lentamente, e muoviamoci solo se necessario. Impareremo a muoverci nei tempi richiesti, rispettando le nostre esigenze e quelle dell’Ambiente.
La Decrescita Felice può accompagnarci in questa lunga sfida, e non farci sentire inutili, basta solo cambiare la prospettiva d’osservazione.
Eccone i punti fondamentali:
- Rinunciare, dove possibile, alla produzione di ciò che non è sostenibile, preferire fonti rinnovabili e ridurre al massimo consumo di fonti non rinnovabili
- L’innovazione come fondamentale risoluzione ai processi produttivi non sostenibili, soluzioni che non producano esternalità.
- Ridistribuzione della ricchezza a favore delle fascia più povera della popolazione. Uno stile di vita dove i consumi sono ridotti può anche essere più accessibile alla popolazione più povera.
Alcuni eco-villaggi, agriturismi biologici e fattorie ecologiche hanno deciso sperimentare questa nuova corrente ideologica e vivere la decrescita già da molti anni. Eccone alcuni dove poter toccare con mano questa bolla di felicità:
La Fattoria dell’Autosufficienza, Emilia Romagna
https://autosufficienza.it/en/index/
Ecovillaggio Torri Superiore, Liguria
https://php7.torri-superiore.org/ecovillaggio/chi-siamo/
Casale il Baronetto, Abbruzzo
http://www.ilbaronetto.it/en/
Mater Torre Guaceto, Puglia
https://ecobnb.de/IT-brindisi/bed-breakfast/mater-torre-guaceto/NV7Tk,