Laurie Anderson ci regala una nuova avventura musicale, un’altra immersione introspettiva autentica, solenne: Songs from the Bardo. Per questo nuovo album la futurista artista statunitense ha collaborato con il cantante e polistrumentista tibetano Tenzin Choegyal e la compositrice Jesse Paris Smith (figlia di Patti Smith): un viaggio sonoro attraverso The Bardo Thodol, il libro tibetano dei morti, che si articola di 14 brani musicali, che diventano una liberazione dalla paura e dal materialismo, trasportando il nostro inconscio verso una sensazione di intima leggerezza ed equilibrio.
Songs from the Bardo inizia con una campana che suona una, due, tre volte, accompagnato da un canto rituale, che crea da subito quel trasporto sensoriale che porta l’ascoltatore verso un’esplorazione interiore. La composizione dei brani vede affiancata la mistica della filosofia buddista tibetana alle più moderne tecniche compositive, un messaggio che svela queste antiche saggezze nascoste attraverso la musica sperimentale.
Il manoscritto Bardo Thodol si crede sia stato scritto e nascosto da Padmasambhava, maestro buddista indiano dell’ottavo secolo, e riscoperto secoli dopo dal grande “rivelatore” tibetano Karma Lingpa. Bardo Thodol diventa subito famoso per i capitoli che descrivono il nostro viaggio oltre la morte, come rivelatori di questo grande dilemma. Songs from the Bardo raccoglie una parte di questi versetti e, con essi, crea una sorta di meditazionie musicale travolgente ed intensa, quasi percepita.
Le stesse parole possono sembrare familiari ad alcuni praticanti buddisti, poiché mentre Choegyal ha fatto le sue traduzioni, ha attinto pesantemente al lavoro dei precedenti traduttori buddisti. L’idea di Songs from the Bardo è venuta da Choegyal, che ha invitato Anderson e altri a suonare pezzi di The Bardo Thodol con lui al Rubin Museum of Art di New York City nel 2016. La versione registrata include strumenti aggiuntivi del violoncellista Rubin Kodheli e del percussionista Shahzad Ismaily.
L’album inizia con un tradizionale “Omaggio ai Guru” sia in tibetano che in inglese, quindi procede a un’interpretazione melodica del Sutra del cuore, recitata contro un flusso meditativo di archi. Da lì, procediamo attraverso le varie fasi della coscienza oltre la morte. L’ascoltatore è affrontato dappertutto come “il Risvegliato”, con Anderson che fornisce istruzioni su come procedere da questa vita a quella successiva. “Non lasciare che i tuoi pensieri vaghino”, spiega nella terza traccia. “Essendo arrivato al momento della morte, non pensare ad altro che al cuore svegliato.”
Una visione di liberazione finale e completa, che una tra le artiste più futuriste di sempre ci regala insieme ad altri due grandi artisti: Tenzin Choegyal e Jesse Paris Smith, che riporta in vita questi preziosi manoscritti e ne condivide il prezioso sapere con il mondo intero.
TRACKLIST
01 Homage to the Gurus
02 Heart Sutra Song – Gone Beyond
03 Awakened One
04 The Three Jewels
05 Brilliant Lights
06 Listen Without Distraction
07 Gong
08 Dancing With the Crescent Knife
09 Jigten
10 Natural Form of Emptiness
11 Lotus Born, No Need to Fear
12 Dividing Line
13 Moon in the Water
14 Awakened Heart