La sua ultima apparizione su RTLNEWS: ” La felicità? È come andare in giostra…”
Scritto da Carmela De Rose.
Iniziamo dall’ultima esperienza. Com’è stato presentare il tuo ultimo singolo “Pazienza” in una delle puntate radio – televisive di RTLNEWS. Raccontaci come ti sei sentito e soprattutto cosa hai parlato durante l’intervista?
“È stata una esperienza che non dimenticherò facilmente, perché io sono partito praticamente da zero e facendo tutto con le mie forze. Lo so che comparire per una volta su RTL non è ancora niente. Ma per me è un piccolo inizio. Mi sono sentito onorato e molto emozionato di avere la possibilità di essere visto su un canale molto seguito e conosciuto come RTLNEWS. Io sono una persona che si emoziona tanto e ho cercato di gestire l’ansia solo raccontando me stesso, semplicemente raccontando: chi sono, da dove e come nasce Moeh, quindi descrivere chi è Simone e chi è Moeh. Ho parlato molto della mia musica, del mio ultimo pezzo “Pazienza”. Ho voluto porre un faro che illuminasse tutti gli argomenti che affronto in tanti singoli, appunto la pazienza, la malinconia, questa ricerca dell’amore che prova tutta la mia generazione. Nella mia musica io cerco una soluzione a tutto questo.”
Come affronti l’argomento della pazienza nel tuo ultimo singolo?
“Questa pazienza che io descrivo è una pazienza che consiste nel saper aspettare una felicità. Un qualcosa che ci rende felici o comunque che ci dona il nostro posto nel mondo. È questo il significato che io ricerco. Sicuramente descrivo anche quella pazienza, che una persona deve cercare di avere per arrivare agli obiettivi. In questo caso il mio obiettivo non è il successo, ma arrivare a più persone possibili. Ciò che racconto sono storie che tutti vivono, ma io le racconto secondo la mia visione dando una piccola soluzione mediante ciò che provo. Le storie parlano a tutti, e io penso che questa sia la forza della mia scrittura, non racconto qualcosa di utopico, ma situazioni che possono essere vissute da chiunque.”
Ci racconti i tuoi primi approcci alla scrittura musicale, e immergiamoci anche nella storia del perché hai scelto il nome d’arte Moeh?
“Praticamente dovevo iscrivermi ad un contest per cantautori a Napoli, e mi serviva un nome d’arte. Era davvero l’inizio. In quel periodo avevo veramente la testa altrove, sono ed ero molto sognatore. Quindi scrissi su google traduttore, la parola sognare. In quel periodo avevo un sogno di andare alle Hawaii e per questo ho deciso di tradurre nella loro lingua la parola sognare. E’ uscita la parola Moe. Io poi ho aggiunto la h perché la h è una lettera particolare che ha un significato importante per distinguere il verbo avere dal moto a luogo ed è un lettera anche muta. Quando diciamo Hotel non la sentiamo la h ma c’è. La h mi rappresenta perché c’è, ma è silenziosa. Per quanto riguarda l’inizio della mia carriera, sono stato rapito da questa passione sin da piccolo e mi ha sempre accompagnato. Successivamente, quando ho iniziato a studiare chitarra dopo le scuole medie, ho iniziato a scrivere i miei primi testi e i miei tormenti. E in quel momento ho capito che era questo ciò che volevo fare, perché mi faceva stare bene. Poi ho iniziato ad avere riscontro con le persone, e vedevo che chi ascoltava i miei brani si emozionava. Il fatto che le persone intorno a me hanno iniziato a provare interesse verso la mia musica, sicuramente mi ha invogliato molto ad andare avanti. Tutto questo mi ha portato a scrivere, a crederci ancora di più. Mi ha portato a lasciare andar via le mie vecchie abitudini, per dedicarmi solo alla musica. Cerco sempre di seguire la mia strada con molto sacrificio. Lavorando, per assecondare le spese di produzione e promozione dei miei brani. Sto dedicando anima e corpo a tutto questo progetto, che mi culla la sera prima di andare a dormire e mi tartassa la mente in modo positivo quando sono sveglio. L’unica cosa che al momento mi fa stare bene, e penso che sarà così per tutti i giorni seguenti della mia vita.”
Quest’anno ad agosto del 2023 hai avuto l’onore di aprire il concerto dei Cugini di Campagna tra l’altro lo stesso anno erano ritornati al Festival di Sanremo. Com’è stata questa esperienza e soprattutto illustraci anche i brani che hai cantato….
“Questa estate ho avuto veramente il piacere di aprire il concerto dei Cugini di Campagna. Cosa dire? È stata una emozione indescrivibile, avere dei mostri sacri della musica italiana, li ad un passo da me ad aprire il loro concerto è stata pura magia. C’era un grande pubblico. Ho cercato di prendere spunto e di farmi ispirare da loro. Resterà sicuramente un ricordo fortissimo di quella serata. I pezzi che ho cantato quella sera sono stati: “Cosce” che è stata la prima produzione che ho fatto con Luca. Poi ho cantato anche “Tu così forte” e “Mi perdo”. Praticamente sono in tre pezzi che hanno anticipato l’ultimo singolo “Pazienza” che tutti possono ascoltare tramite Spotify, Youtube. Anche nelle canzoni dei Cugini di Campagna si parla di malinconia, pazienza. In “Cosce” parlo si storie finite e di storie che vorrebbero iniziare, oppure in “Tu così forte” parlo di questo viaggio che faccio in treno osservando i dettagli, che mi si presentano davanti, come può essere raccogliere i capelli di una persona che ho davanti a me, oppure i sassi, o i davvero i dettagli che poi è quello che caratterizza un po’ la mia musica. Invece in “Mi perdo”, è uno dei miei pezzi un po’ più strani, nel senso che, racconto del mio mondo, che viaggia tra il giorno e la notte, tra la pioggia e il mare, molto bipolare e lunatico. In cui l’amore è sempre padrone.”
La tua musica negli anni scorsi è stata trasmessa anche da diverse radio, quali Radio Cosenza Nord (sei stato anche intervistato) e anche su RadioNsltv nel programma “Tutti vogliono essere Robin”. Ci racconti come hai approcciato alle tue prime interviste radiofoniche che ha trasmesso il tuo primo singolo “Me”?
“È stata una emozione molto piacevole ascoltare per la prima volta il mio primo inedito in radio. Sono stato intervistato e per me era un po’ come far entrare per la prima volta le persone che mi ascoltavano sul web. Ascoltare il mio primo inedito in radio. Un sogno bellissimo. Perché sono passato da scrivere le note su un telefono o le note di carta ad ascoltare “Me” trasmessa sia su una radio locale che nazionale. In “Me” era come se c’era quel Moeh che diceva a Simone, lasciami parlare, lasciami cantare e sognare. Fammi prendere il volo lasciami parlare per te. Perché Simone è timido e non è in grado di farlo. Rispetto al passato ho cambiato un po’ il mio mood e le sonorità della mia musica e anche il modo ad approcciare sia alle interviste ma anche alla scrittura stessa. Perché adesso quello che ricerco sia nella mia scrittura che nella mia musica è il dettaglio.”
Nel corso di quest’anno (2023) ti sei esibito non solo in Calabria ma anche a Roma in un evento organizzato da Storie nel Mondo, com’è stato cantare dal vivo i tuoi inediti nella Capitale?
“È stato bellissimo spostare la mia musica nel pubblico romano grazie a Storie nel Mondo e Cromosomi. Io sono molto affezionato a Roma perché ogni volta che ritorno sogno e mi ispira tantissimo. Ho deciso di cantare sempre “Cosce”, “Mi perdo” e “Tu così Forte” per farle conoscere anche un pubblico diverso. Quando ho cantato per questo evento sono finito anche sul Ilmessaggero.”
Mi piace chiudere ogni intervista con una domanda un po’ più filosofica: Cos’è per te raggiungere la felicità?
“ La felicità penso che sia qualcosa che riguarda con la serenità. Poi è come un giro in giostra dura pochissimo e diventa come una droga adrenalinica sulla quale vuoi sempre aspirare di fare un giro sulla giostra della felicità”.