La macchina scenica si è fermata, ma è una sosta non un capolinea.
Siamo sicuri che ripartirà più forte che mai.
Come vive un’artista teatrale questo periodo di isolamento dal pubblico? Come può la sensibilità di un Regista fare a meno di quella necessità di esprimere le proprie emozioni per regalarle attraverso i suoi Attori, al pubblico in uno scambio di sensazioni ?
Lo abbiamo voluto chiedere a Luigi Russo, Regista e Autore Teatrale dello spettacolo “SE DEVI DIRE UNA BUGIA DILLA GROSSA” di Ray Cooney
e “QUEGLI STRANI VICINI DI CASA di Cesc Gay”.
Luigi, cosa ne pensi della incredibile situazione di emergenza che stiamo attraversando da qualche mese?
E’ una situazione allucinante senza precedenti, che coglie impreparati tutti in tutto il mondo. Di conseguenza nessuno può dare indicazioni precise per una strategia vincente. Si procede a tentoni, ognuno dice la sua e si alimenta la cattiva informazione. In più, tante categorie di lavoratori sono penalizzate e costrette, giustamente, a fermarsi, senza nessuna rassicurazione, al momento, da parte dello Stato.
Il teatro italiano sta subendo un duro colpo. Che mood si respira tra te e i tuoi colleghi?
Si, credo che purtroppo tutti i professionisti che lavorano nell’ambito degli Spettacoli dal Vivo, abbiano pagato il prezzo più duro; ricordiamoci che oltre agli artisti ci sono anche tutti i tecnici e altre professioni che ruotano intorno al Teatro, ai Concerti, al Cinema e alla Tv. Questo virus ha fatto prendere coscienza a tutta la categoria che c’è bisogno di una maggiore coesione e di rinforzare i propri diritti, proprio per tutelarci da eventi del genere o da situazioni in cui si è costretti a stare a casa.
Già il Teatro non riceve alcun fondo pubblico…
Esatto. Purtroppo in Italia, a differenza di altri paesi, la situazione dei Teatri e delle compagnie Teatrali è drammatica. Paradossalmente questa pandemia ha motivato una gran parte degli attori, che stanno reagendo ad uno Stato assente, che non ci tutela, e si stanno adoperando con petizioni, proposte legislative, proposte di sussistenza e altro, prospettando un futuro più coeso per la categoria. Potrebbe essere la volta buona.
Chi penserà al sostentamento di tutti i lavoratori dello Spettacolo dal Vivo?
Come ho detto nella risposta precedente, qualcosa si sta muovendo. Come ad esempio il Nuovo Imaie,ha in programma una somma da distribuire a tutti gli attori a cui è saltata la Tournèe. Questa è solo una delle buone notizie relative alla categoria. Ogni giorno ci sono novità che ci fanno ben sperare.
Cosa sarebbe auspicabile, a tuo avviso, cosa dovrebbe fare il Governo?
La prima cosa che mi viene in mente è aiutare tutti i lavoratori fermi in questo momento, non solo quelli dello Spettacolo dal Vivo, con sgravi fiscali, il blocco delle bollette e dei mutui.
Il Governo deve mettere in condizioni una parte del paese, bloccato in casa e che non può lavorare, di pensare solo a spendere per nutrirsi e nient’altro.
Non siamo in grado di fare previsioni, ma quali pensi saranno le conseguenze a breve termine e a lungo termine?
Questa esperienza sta dando un’importante lezione a tutto il mondo, ha messo in discussione l’attuale scala dei valori e le priorità degli esseri umani. Non so quali saranno le conseguenze a lungo e a breve termine, mi auguro che si esca tutti con una nuova consapevolezza.
E dovremo rimboccarci le maniche di sicuro, ma questo lo abbiamo sempre fatto, spero solo un po’ più solidali…
Luigi parlaci delle tue ultime regie.
In questa stagione c’erano due mie regie in tournèe nel nord Italia, interrotte dal CoronaVirus: “Se Devi dire una Bugia dilla Grossa”, di Ray Cooney, in cui un politico e il suo segretario ne combinano di tutti i colori, con un cast straordinario, Antonio Catania, Paola Quattrini, Gianluca Ramazzotti, Nini Salerno, Paola Barale e altri bravissimi attori. Una commedia di equivoci e bugie dal ritmo serrato, molto divertente ed elegante, portata al successo nell’86 da Jonny Dorelli con la regia di un maestro come Pietro Garinei. L’altra è “Quegli Strani Vicini di Casa” di Cesc Gay, inedita in Italia, anche qui il cast è eccezionale, Kaspar Capparoni, Laura Lattuada, Attilio Fontana e Clizia Fornasier, una commedia spagnola divertente, intrigante e poetica, in cui due coppie di diversa età si confrontano sul sesso. Che dire…mi auguro si possano recuperare le rispettive tournèe nella prossima stagione.
Che messaggio vuoi dare ?
Il Teatro come qualsiasi forma artistica oltre a dare la misura del grado di civiltà di un paese, ne rinforza la cultura e l’apertura mentale. Approfittiamo di questi giorni per cercare sul web e guardare registrazioni di spettacoli teatrali o leggere i grandi autori teatrali, ne usciremo tutti più ricchi.
Ringrazio Luigi Russo per il tempo e l’attenzione dedicati a questa intervista in un momento di agitazione, paura, confusione e continuo mutamento come quello che sta vivendo tutta l’Italia.
Ci siamo fermati.
Giù la maschera. Cala il sipario. Ma non si fermerà l’amore per l’arte. Non si fermerà la nostra passione. Non si fermerà il nostro impegno. Non si fermerà la nostra creatività. Ci saremo e ci sarete ! Ci sarete! Un teatro aperto accende la vita.
E come recitava W. Shakespeare : “Noi altro non v’offriamo che un sogno. Della vostra indulgenza abbiamo bisogno”.
Francesca Rasi