Fibre vegetali ecosostenibili ricavate per lo più da scarti vegetali e bevande, la nuova frontiera della moda per andare sempre più verso la sostenibilità ambientale.
Innumerevoli sono gli alimenti dai quali le moderne tecnologie permettono di ricavare filati naturali a basso impatto ambientale; tessendo così un filone collaborativo tra riciclo e rigenerazione degli scarti agroalimentari con il mondo della moda.
L’industria tessile è ancora oggi una delle più inquinanti al mondo e non può più permettersi di mantenere le distanze da queste nuove soluzioni e il consumatore deve fare la sua parte, preferendo tessuti di questo tipo, a salvaguardia dell’ambiente, ormai stremato.
Ecco alcune idee imprenditoriali più innovative nel settore tessile .
Un’esempio è l’impresa italiana Orange Fieber che unisce sostenibilità e innovazione alla qualità tessile e diventa l’unico brand a livello mondiale a produrre tessuti da agrumi, una fibra estratta dalle bucce di arance precedentemente spremute, che invece di finire nei rifiuti, vengono trasformati in filati, ottenendo a fine lavorazione un tessuto simile alla seta.
Un’altra novità è Bananatex il primo tessuto resistente e impermeabile al mondo realizzato esclusivamente con piante di banana. Coltivata nelle Filippine all’interno di un ecosistema naturale di silvicoltura sostenibile, la pianta non richiede trattamenti chimici.La sua autosufficienza ha reso un importante contributo alla riforestazione di aree un tempo erose dalle piantagioni di palme, migliorando al contempo la prosperità degli agricoltori locali. Bananatex è un tessuto impermeabile realizzato al 100% con le fibre naturali di questo banano, previa essiccazione e filatura, rivestito di cera d’api. Ne risulta un materiale al tempo stesso resistente e durevole, ma anche leggero e flessibile, con una finitura liscia e resistente all’acqua.
Procediamo con VEGEA un tessuto tecnico a base vegetale, ricavato dal trattamento delle fibre e degli oli della vinaccia, derivato naturale della produzione del vino. La sua produzione è interamente sostenibile e si affianca ai grandi sprechi che la produzione vinicola riscontra. Si ricava un tessuto di qualità, resistente e simile ai pellami di derivazione animale. Una caratteristica che ha attirato l’attenzione di stilisti e designer, come Tixziano Guardini che ha esposto un’abito realizzato con questo nuovo materiale al V&A Museum di Londra. Anche l’azienda automobilistica Bentley ha trovato il tessuto attraente, tanto da utilizzare VEGEA per gli interni delle sue auto.
Le patate o più globalmente parlando chips, sono la scommessa di due giovani imprenditori britannici Rowan Minkley e Rob Nicoll. I due hanno fondato Chip[s] Board ,a sostegno di un’economia circolare, la prima azienda al mondo che trasforma rifiuti di patate in una gamma di materiali innovativi e sostenibili. Parblex Plastics è il nome dei derivati, bioplastiche traslucide pure o rinforzate con fibre con un’incredibile finitura superficiale e resistenza per la moda e l’interior design.